L'acquedotto di Padova
La storia dell'acquedotto di Padova ha inizio il 26 agosto 1875, quando il Sindaco di allora affermava testualmente "l'acqua necessita come l'aria e la luce alla vita dell'individuo e della società, ed il condurne in abbondanza di salubre nelle diverse parti di una grande città, e il distribuirne regolarmente ai punti più elevati, sono tali benefici, che tengono un posto durevole nella memoria degli uomini".
Il 17 febbraio 1886 il Comune di Padova, mediante uno specifico contratto, dava in concessione la gestione del costruendo acquedotto alla Società Veneta per Imprese e Costruzioni Pubbliche.
Il 13 giugno 1888 si compì in Piazza Unità d'Italia l'atteso evento: davanti ad una folla festante di cittadini padovani si innalzò il primo getto di acqua purissima
Il trasporto dell'acqua da Dueville avvenne mediante la costruzione di una condotta sotterranea lunga ben 42 km, costituita da un manufatto in muratura di calcestruzzo e mattoni perfettamente intonacato, per assicurare il completo isolamento dagli agenti esterni superficiali; la condotta, detta anche "canaletta a pelo libero" è ancora efficiente, anche se “affiancata” da condotte più moderne.
Nel 1925 venne realizzato il grande serbatoio della Rotonda, all'angolo con Via Citolo da Perugia. Il monumentale serbatoio dell'acquedotto è alto 36 metri; alla sua base è stato costruito un sacello in memoria dei padovani rifugiati nel cortiletto della preesistente casa Burlini ed uccisi da una bomba aerea austriaca.
A ricordo del tragico evento, il serbatoio è cinto dall'iscrizione SANGUINEM OLIM ATROCITER EFFUSUM AQUA PIE DEFLUENS LAVET MOLES IN CAELUM PROFERAT PERPETUO.
Fino alla seconda guerra mondiale, l'adeguamento alle crescenti esigenze dei consumi veniva risolto con l'aumento dei prelievi dalle falde idriche di Dueville. Dopo la guerra, questo sistema non fu più sufficiente e la carenza di acqua si fece sentire gravemente. Furono allora intensificati gli studi ed i progetti per risolvere il problema, e nel 1955 si giunse all'approvazione, da parte del Consiglio Comunale di Padova, di un progetto generale per la costruzione del "Nuovo Acquedotto" con una condotta da 900 mm
Ora la sede degli “Uffici Acqua” con la nuova torre dell’acquedotto è in via Montà,. Qui si svolgono le continue anali si dell’acqua.
Attualmente L’acquedotto è servito da pozzi profondi situati nell’oasi di Villaverla e da ulteriori 30 pozzi situati nell’area a nord di Vicenza, che permettono il raggiungimento della portata di 5.100 metri cubi all’ora.
LE RISORGIVE DELL’OASI DI VILLAVERLA
Solo una piccola parte serve ad alimentare l'acquedotto di Padova. La gran parte invece riaffiora attraverso le risorgive
Nel bacino venne costruito, nel 1888, il grande fabbricato di presa d'acqua con galleria che ancora alloggia 50 pozzi.
IL CLORO NELL’ACQUA
L’acqua emunta dai pozzi non necessita di alcun trattamento di potabilizzazione: viene quindi esclusivamente addizionata con prodotti disinfettanti. Al fine di migliorare la qualità dell’acqua attinta nell’area del vicentino e favorire il rispetto dei parametri di legge.
Il cloro viene aggiunto anche per evitare “l’inverdimento” dovuto all’ossidazione nella misura di circa 1gr per ogni 1000 litri.
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